La regina Margrethe II con la spilla a forma di margherita [1] |
La regina Margrethe è un esempio di come le gioiellerie possano avere un profondo significato emozionale. La sua collezione non è soltanto una selezione di ornamenti, ma un insieme di storie che riflettono il suo patrimonio familiare. In particolare, la spilla a forma di margherita che indossa oggi ha radici affettive che la legano a sua madre e alla nonna materna.
La spilla a forma di margherita [2] |
I diamanti stessi rappresentano una connessione sentimentale con l’amata principessa consorte svedese, ma la forma della spilla è un ulteriore omaggio a Margareta. La versione francese del suo nome, Marguerite, è anche il nome di un particolare tipo di margherita. La defunta principessa era sempre chiamata “Daisy” dalla sua famiglia, quindi il design della spilla è un tributo alla madre di Ingrid. Ingrid ha poi scelto di chiamare il suo primo figlio “Margrethe,” e come la nonna, l’attuale regina danese viene soprannominata “Daisy.”
Poco prima della sua morte, la regina Ingrid regalò la spilla a forma di margherita alla regina Margrethe per il suo compleanno. Le emozioni della regina per questo dono carico di significato sono evidenti nella sua intervista per De Kongelige Juveler: “Dieci anni fa, quando avevo sessant’anni, nel giorno del mio compleanno, mia madre aveva appena compiuto novanta anni. Mi diede la spilla a forma di margherita, un gesto che mi ha colpito profondamente. Beh, è una spilla che per me significa molto, non solo perché era di mia madre, ma anche perché l’ho indossata al mio matrimonio, e poi mi è stata donata in quel modo, quando avevo sessant’anni. È stata una cosa molto speciale” [3]. Da quando ha ricevuto la spilla, Margrethe l’ha indossata in eventi importanti, compresa la celebrazione del suo settantesimo compleanno nel 2010 (visto sopra). È sicuramente uno dei suoi pezzi più preziosi.
NOTE, CREDITS FOTOGRAFICI E LINK
1. Immagine ritagliata da un video di YouTube; fonte qui.
2. Immagine ritagliata da un video di YouTube; fonte qui.
3. Alla data di questa pubblicazione, puoi vedere il documentario qui su YouTube.