Martedì, il Guardian ha pubblicato un editoriale sul diamante Koh-i-Noor, una gemma estratta nel subcontinente indiano, ora incastonata nella corona della regina consorte britannica. Poiché il diamante è stato sottratto in circostanze discutibili nel XIX secolo dai suoi legittimi proprietari indiani, ci sono frequenti richieste per il suo rimpatrio.
Alcuni considerano tutto ciò ridicolo; il famoso storico britannico Andrew Roberts ha persino affermato che il Regno Unito meriti di mantenere la pietra come segno di “grata riconoscenza” per il dominio coloniale sul subcontinente indiano.
Ma l’editoriale del Guardian, redatto da Anita Anand, prende un’altra posizione: il Regno Unito non merita davvero di mantenere il diamante, poiché il modo in cui lo ha inizialmente acquisito è stato assolutamente terribile, ma alla fine dovrebbe rimanere in Gran Bretagna.
Perché? Perché il processo di decidere chi meriterebbe legittimamente di possederlo sarebbe un intrico burocratico. L’articolo di Anand illustra la storia dell’ultimo proprietario, Duleep Singh, e le ragioni per cui stabilire a chi dovrebbe appartenere sarebbe, come dice lei, “troppo complicato.” Il fatto che la pietra sia stata significativamente ritoccata dagli inglesi, aggiunge, significa anche che è materialmente diversa dal diamante che era di Duleep Singh e della sua famiglia.
Cosa ne pensi? Dovrebbe il Regno Unito mantenere il Koh-i-Noor o provare a restituirlo a qualcuno la cui rivendicazione sia più legittima?